Linterno
Vi si riscontrano diversi stili dal barocco dell'altare al neoclassico di alcune statue sino ai rilievi in stile moderno.
Così lo descriveva, nel secolo scorso, Santino Pellegatta: "L'architettura della chiesa è di ordine composito ed è ricca di cornici, d'ornamento e di capitelli eseguiti ci stucco".
Procedendo in senso orario da sinistra si possono incontrare:
acquasantiera tardo-gotica in pietra di Viggiù;
monumento funerario in memoria di Paolo Piazza; scultura in stile neoclassico in pietra di Viggiù, opera di Giovanni Piazza che reca il seguente epitaffio: "Alla memoria di Paolo Piazza/il Canc.re Censuario/ Morto nell'anno MDCCCXXVI/Questo Monumento i figli posero/ Bartolomeo I. R. Catechista / Carlo il Canc. Pretorio / Giovanni Scultore che lo scolpì / Nell'anno MDCCXXIV / e mori nell'anno MDCCCXXVII'. Alla base si può leggere: "Questo pregiato lavoro di un giovane artista / Nel quale il candore pari all'ingegno / Che l'anno venti ottenne il grande premio / fecero qui trasferire i superstiti fratelli / da Bartolomeo e C. Antonio I.R. Pretore/ Lanno MDCCCXXXI".
altare di S. Apollonia: statua in gesso, di stile neoclassico, di Stefano Butti; ornamentazioni architettoniche in Bardiglio, Marmo di Carrara e pietra latte-vino di Saltrio;
monumento funerario in onore di Antonio Buzzi Quattrini, opera di Stefano Butti realizzato in marmo di Carrara con decorazioni in pietra di Viggiù, grigione e latte-vino di Saltrio; reca la seguente epigrafe: "All'Amatissimo Padre - Antonio Buzzi Quattrini - / Uomo evangelico Giusto e severo Saggio -/ che fu mentre visse / -Larbitro officioso tra i litiganti / invocato pacificatore / Giuseppe - figlio - questo monumento pose / Mori d'anni 71 il 3 Giugno MDCCCVII"
la maggioranza dei pulpiti delle chiese sono in legno più o meno pregiato, artisticamente lavorato ed intarsiato: la nostra Valceresio ne è un esempio. Per il pulpito della chiesa della Madonna della Croce è d'obbligo chiedersi il motivo per il quale è stato creato in marmo. Difficile la risposta: probabilmente i progettisti si erano orientati sull'impiego dei marmi, fiduciosi di creare una migliore opera artistica che si inserisse egregiamente nell'interno dell'edificio e per la ricchezza cromatica dei diversi tipi di marmo. Il pulpito consta principalmente di due parti: il cappello, un unico blocco di marmo nero di Saltrio arricchito da lavori ornamentali; il frontale, impreziosito da piccoli capitelli, fregi ornamentali e testine d'angelo, realizzato con un gran numero di marmi scelti, tra questi spiccano il Verde delle alpi, nella parte centrale, e, nei contorni, marmo di Carrara, Corso dei Bagni (Saltrio), Bardiglio e Macchia vecchia di Arzo.
gradino del presbiterio in rosso d'Arzo. balaustrata o balaustra composta dalla base in Predina d'Arzo (detto anche Broccatello), dalle colonnette in Maiolica di Saltrio, da pilastrini in Predina d'Arzo, Maiolica di Saltrio e Verde delle Alpi e la cimasa è pure in Predina d'Arzo: l'ingresso all'altare è chiuso da un cancelletto in ferro battuto.
pavimento dell'altare in Breccia. loggetta Borromeo in legno dipinto con, il motto "Humilitas", chiusa da una grato in ferro battuto.
porticina in legno di noce per l'accesso al confessionale e alla sacrestia.
l'altare venne eseguito in stile barocco su disegno dell'architetto Gabriele Longhi e dallo stesso donato alla chiesa. I materiali usati sono:
Gradini in rosso d'Arzo
Predella in rosso d'Arzo, nero di Saltrio e pietra di Viggiù
Paliotto in nero del Belgio, predina d'Arzo, occhiolino, bardiglio, giallo antico e fior di pesco
Mensa con pietra consacrata, suddiviso in Corno dell'Epistola e Corno del Vangelo, in nero del Belgio e bianco di Carrara
Tabernacolo in giallo antico, bardiglio, occhiolino, verde Levanto, rosso Levanto, nero del Belgio, fior di pesco, con porticina mavourato a sbalzo in argento doprato, sormontata da due testine d'Angelo in marmo di Candoglia di Nando Conti: ai fianchi due ripiani in nero del Belgio, rosso di Francia, fior di pesco, giallo antico, occhiolino, predina di Arzo e verde Alpi
L'affresco è contornato da colonne in predina di Arzo con capitelli in legno dorato, cornici in bardiglio, maiolica di Saltrio, giallo antico e verde Alpi, e l'archivolto con serraglia in maiolica di Saltrio
Architrave in predina d'Arzo
Timpano in stucco, sormontato da due angeli in gesso.
porticina in legno di noce per l'accesso al campanile e alla sacrestia.
pilastri a sostegno dell'arco trionfale in stucco lustro (3).
mensola in corso dei bagni di Saltrio, che regge la statua di S. Teresa bassorilievo in terracotta, opera dello scultore Nando Conti: supporto e cornice in cenerino di Saltrio, nero di Saltrio e fior di SantElia.
antiporta d'accesso da via della Croce in legno di noce, sovrastata da busto di S. Apollonia in gesso.
S. Francesco, rilievo in marmo di Candoglia, opera dello scultore Giuseppe Galli: supporto e cornice in granito di Svezia e rosa porrino.
pilastri laterali a sostegno del coro in pietra di Viggiù. acquasantino barocco in rosso d'Arzo. zoccolo alla base di tutte le pareti in verde Alpi. colonne di sostegno del coro in corso bagni di Saltrio.
pavimento centrale in perlato di Sicilia.
tutte le pareti sono rifinite in stucco veneziano (4). Fino alla seconda metà dell'Ottocento (5), nella chiesa erano presenti i busti di due notabili personaggi viggiutesi (del Cav. Luigi Longhi e dell'Abate Gaetano Giudici) che ora sono sistemati nell'androne del palazzo municipale.
(3) Stucco lustro: Tecnica dell'affresco consistente nel mescolare all'intonaco di imprimitura, poii nei colori, del sapone di calcio. Dopo la colorazione la superficie viene lisciata a caldo e lucidata per mezzo di cera.
(4) Stucco veneziano: finitura dell'intonaco con stucco e polvere finissima di marmo; si applica con diverse spatole a più strati previa preparazione, indi, secco, si lucida a cera con effetto encausto.
(5) Santino Pellegatta "Tre giorni a Viggiù" - Milano 1894